Diversi problemi sono sorti riguardo l'uso di Facebook come un mezzo di controllo e come miniera di dati.
Inizialmente non esisteva un controllo granulare di chi-può-vedere-cosa. Dal 31 maggio 2010 è possibile applicare le impostazioni di privacy anche ai singoli post o ai singoli commenti. Inoltre è stata estesa la lista dei "livelli", aggiungendo anche un livello personalizzato. I livelli disponibili sono:
* Io (solo per le foto)
* Amici
* Amici di amici
* Amici e Reti
* Tutti
* Personalizzato
Questi livelli possono essere impostati indipendentemente per ciascuna "categoria" di informazioni del profilo, sui singoli dati (commenti, post, ecc.) oppure sui dati personali (come "Data di nascita", "Orientamento politico e religioso", "Istruzione e lavoro", ecc.)
Agendo opportunamente sulle impostazioni del profilo è quindi possibile limitare la diffusione dei dati personali. In particolare nel menù Impostazioni è disponibile la voce Impostazioni sulla privacy, dalla quale sarà possibile agire sulle categorie di dati tra cui: profilo, ricerca, notizie e bacheca. Naturalmente tali impostazioni non limitano l'accesso ai dati di coloro cui i gestori del sito attribuiscono privilegi di amministrazione, per motivi di ordine e legali.
Inizialmente Facebook consentiva di disattivare l'account in modo che non fosse più visibile nel sito e nei motori di ricerca. A partire dal 28 febbraio 2008 l'utente ha a disposizione l'opzione che cancella in modo permanente i suoi dati dai server del sito.
Tuttavia si pensi a foto e video ripresi nella bacheca di altri utenti, o alle foto pubblicate da terzi in cui un utente è taggato, al limite dietro suo consenso. Una volta taggato in una foto, non appena un testo foto o video è stato copiato nel profilo di altri utenti, questo materiale non può più essere eliminato (se non espressamente richiesto), anche quando l'interessato decide di cancellare il suo profilo. La cancellazione è limitata al profilo personale, ma non a tutto ciò che è stato copiato da terzi o condiviso con altri.
Ciò nonostante la policy ufficiale[18] di Facebook dice, tra le altre cose, abbastanza chiaramente che:
* la policy stessa può essere variata in qualsiasi momento senza avvertire di nulla nessuno
* l'uso di FB da parte di compagnie o per scopi lavorativi/commerciali non è consentito ("personal use only")
* il copyright di ogni cosa pubblicata su facebook dagli utenti, ricade sotto il completo controllo di Facebook
* non è garantita la sicurezza delle applicazioni, né quella dei dati né tantomeno la privacy
* Ogni informazione fornita a FB come feedback, commento, idea per miglioramento viene considerata da FB come non-confidenziale e diventa di loro proprietà.
Inoltre sul sito stesso di Facebook è scritto che oltre alle informazioni immesse dall'utente (nome, indirizzo email, numero di telefono e così via) l'indirizzo IP e le informazioni relative al browser vengono registrate ad ogni accesso. Il nome, i nomi delle reti di cui si fa parte e l'indirizzo e-mail saranno utilizzabili per comunicazioni di servizi offerti da Facebook e possono essere messe a disposizione di motori di ricerca di terzi. Le condizioni di accesso al servizio di Facebook conferiscono al sito il diritto di trasmettere a terzi le informazioni presenti nel profilo di un utente.
Di più, i contenuti pubblicati dagli iscritti (come fotografie, video e commenti) sono proprietà del sito. Caso raro in giurisprudenza, il sito si dichiara proprietario, ma non responsabile dei contenuti, e, come molti altri content provider, rifiuta di censurare o limitare la visibilità di contenuti e gruppi, respinge le critiche in merito a contenuti diffamatori, che istigano a reati penali, e alle richieste di risarcimento dei danni che possono essere mosse in tali circostanze. La proprietà dei contenuti comporta che il sito è libero di rivenderli e trasmetterli a terzi, e di conservarli anche dopo la cancellazione del profilo degli utenti senza alcuna conseguenza legale. Tuttavia, l'esercizio della proprietà è limitato dai diritti soggettivi dei terzi, dei quali si possiedono dati personali e sensibili, in modo indipendente dal fatto che essi abbiano partecipato alla creazione di tali contenuti.
Secondo il codice italiano della protezione dei dati personali, la proprietà dei contenuti non estingue i diritti soggettivi degli interessati. Se questi sono autori dei contenuti, il passaggio di proprietà al sito al momento della pubblicazione, di nuovo, estingue i diritti inerenti al copyright, non quelli soggettivi. L'utente ha il diritto di ottenere informazioni in merito al trattamento dei propri dati personali, dei soggetti terzi che ne sono entrati in possesso, di vietarne la pubblicazione, e di rendere definitiva la propria cancellazione dal sito, che è tenuto a distruggere ogni copia dei dati personali in suo possesso, e a divulgare la richiesta di cancellazione ai soggetti terzi che per suo tramite abbiano acquisito tali dati.
Le critiche e l'attenzione internazionale di diversi soggetti sia nazionali che associazioni hanno portato a maggio 2010 ad una revisione della gestione della privacy che aumenta leggermente la granularità ma con certezza la precisione e la chiarezza con cui l'utente con l'uso e la visione di una sola griglia accederà all'impostazione dei diversi aspetti della privacy del proprio profilo.
Due studenti del Massachusetts Institute of Technology riuscirono a scaricare più di 70.000 profili di Facebook utilizzando uno shell script automatico. Nel maggio del 2008 un programma della BBC, Click, mostrò che era possibile sottrarre i dati personali di un utente e dei suoi amici con delle applicazioni maligne.[23]
Facebook è inoltre soggetto al fenomeno di creazione di falsi profili di personaggi famosi.
Numerosi i casi in Italia di violazione della privacy per la pubblicazione di foto "scomode". Il 14 maggio vengono scoperte foto di pazienti intubati visibili sul sito; l'infermiera che le aveva pubblicate non si era accorta che fossero alla portata di tutti.
Alla fine di ottobre 2009 su Facebook, sono comparse ingiurie ed insulti da parte di un gruppo di discussione intitolato "Uccidiamo Berlusconi". In seguito al risalto mediatico il ministro Maroni ha promesso di denunciare chi è intervenuto e di procedere penalmente.
Sul sito sono stati creati vari gruppi che in passato hanno inneggiato a Salvatore Riina e al massacro di Srebrenica.
Nel maggio 2010 il Pakistan e il Bangladesh hanno deciso l'oscuramento di Facebook e Youtube per evitare la diffusione delle caricature del profeta Maometto.
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